AlbumArte
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Sonia Andresano. Allegra ma non troppo | 24 giugno – 17 luglio 2020

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presenta

Allegra ma non troppo

Mostra personale di Sonia Andresano

a cura di Daniela Cotimbo

a partire dal 24 giugno 2020 

momento inaugurale dalle ore 17 alle 22.00 su prenotazione

fino al 17 luglio

dal lunedì al venerdì, ore 16 – 20 su prenotazione* a info@albumarte.org

 

AlbumArte, presenta la mostra personale di Sonia Andresano dal titolo Allegra ma non troppo a cura di Daniela Cotimbo. La mostra è la prima che AlbumArte non è costretto a rimandare a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. Ma naturalmente nel tempo passato nel confinamento sociale, la mostra si è modificata, inglobando nuovi contenuti. Sonia ha sempre detto di sentirsi a casa ad AlbumArte, ora ci ritorna in un momento di silenzio, così difficile per il mondo intero e sente il desiderio di riaprire la porta e di riallestire di nuovo lo spazio dove si sente a casa provando a farlo rivivere pur nella mestizia di questo momento, nella convinzione che l’arte sia una sollecitazione sempre necessaria per guardare al futuro. 

Esiste una vita dei luoghi che va al di là della nostra quotidiana percezione. Un flusso incessante di connessioni a cui non prestiamo sempre attenzione e che determina il nostro rapporto con lo spazio dell’abitato: può trattarsi di un rumore, della crepa di un muro, di un elettrodomestico dai movimenti meccanici che ne intercetta gli interstizi. Tutto questo ci invita a ripensare al nostro bisogno di abitare come a un continuo rivisitare luoghi e relazioni, consapevoli che tutto fluisce intorno a noi e che noi stessi siamo agenti che si muovono costantemente da un punto all’altro. La casa allora diventa un iperoggetto, un’entità viscosa che cambia forma, luogo, esperienza ma che continua a rappresentare il polo attrattivo di ogni nostra esperienza.

Allegra ma non troppo è testimone di questa nuova esplorazione, un chiaro riferimento al linguaggio musicale da cui trae l’idea di un movimento, fisico e interiore, filo conduttore della ricerca dell’artista, mediato dal bisogno di sosta e di introspezione.

Per girare il video che dà il titolo alla mostra, Sonia si rifugia tra le mura bianche di AlbumArte nel primo giorno dopo la fine del lockdown. Il suo sguardo restituisce con delicatezza ogni interstizio e granello di polvere, ogni cosa fuori posto, ogni traccia di assenza; eppure quello che ne vien fuori è uno spazio vitale malgrado l’assenza, abitato dal suono degli uccelli e delle fronde degli alberi in movimento. Ancora una volta l’artista utilizza il linguaggio del video, con i suoi tempi lunghi, le riprese fisse e i tagli netti, per raccontarci un bisogno di tornare sulle cose. Il suono, altro elemento ricorrente, accompagna il movimento dello sguardo, lo sottolinea e lo rende organico; è un suono ambientale che viene amplificato e diventa piuttosto materia sonora, artificio significante. L’opera rappresenta l’ennesima tappa di un percorso di ricerca, un moto continuo alla ricerca di nuove forme di relazione con le cose.

Sonia nel corso della sua giovane vita ha cambiato tante volte casa e città, ogni volta portando con sé scatole, memorie e oggetti, ma ha anche dovuto abbattere muri, dimenticare, andare oltre. Ogni suo movimento è stato accompagnato da questo bisogno di esplorazione volto a stabilire relazioni con gli spazi e i luoghi, che poi sono sempre, in primis, relazioni con se stessi. Il progetto racconta, mediante opere realizzate nell’arco cronologico di circa due anni (2018-20) questo attraversamento continuo. Ogni attraversamento, ogni intersezione, ogni tentativo di definire il proprio ruolo all’interno dello spazio è un modo per rispondere a quell’ interrogativo che da solo è alla base di qualsiasi significante.

Il video che ci faccio qui? (2019) racconta la vertigine domestica di un robottino aspirapolvere che sembra cercare casa muovendosi sul perimetro dello spazio, realizzato all’interno di uno dei locali della Fabbrica del Vapore allo scopo di rimovimentare, in chiave domestica, un luogo nato come fabbrica di tram.

Circoscrivere un luogo transitandolo, stazionare sul perimetro delle “case degli altri”, vagare nello spazio urtando i battiscopa nella smania di un altrove. Tra la dimensione privata e l’edificio pubblico il robottino agisce sul limite attraverso una visione personale e collettiva con movimenti calcolati ma casuali grazie ad una memoria spaziale.

Cambiare casa è come viaggiare, abitare luoghi di passaggio e ripartire. Entro, premo un pulsante e parte la giostra del trammammuro (2018) che in napoletano vuol dire ascensore. Nello spazio stretto del vano ascensore salgo, scendo, abito, trasloco.

Guardare indietro ma attraverso, guardare la strada percorsa senza riflesso: veicolo cieco (2020) due sculture dalla trasparenza torbida rendono poco visibile il percorso fatto e procedono verso la cancellazione delle tracce di un dietro. La visibilità non aumenta ma diminuisce. Collocate in due angoli ciechi dello spazio accompagnano lo spettatore in ricordi offuscati. Sopraluogo (2019) è il prosieguo di mosca bianca: un diario di bordo fotografico in cui l’insetto si sposta in un luogo abbandonato. Utilizzata come autoritratto, la mosca è approdata nell’Archivio di Viafarini e in una fabbrica dismessa,  si posa tra le cose, in mezzo agli altri, nelle memorie archiviate, sopra i luoghi. Ferma in quell’attesa che precede il volo, osserva e pondera il suo prossimo movimento. In questa mostra riapriamo AlbumArte dopo il confinamento, non sappiamo quando potremo tornare a godere realmente dei luoghi che pensiamo ci appartengano o semplicemente ci contengono, incontrandoci, scambiando riflessioni e condividendo momenti del quotidiano, quello che però possiamo dire con certezza è che mentre oggi torniamo a guardare, nulla ci sembra più come prima. 

Si ringrazia Alan Advantage.

 

* In osservanza alle regole della fase 2 dell’emerganza sanitaria, durante la giornata inaugurale  e per tutta la durata della mostra gli ingressi saranno regolati con un programma di accessi pianificato attraverso prenotazione. È obbligatorio indossare la  mascherina per tutta la durata della visita. Misurazione della temperatura corporea e igienizzante mani all’ingresso Numero limitato di visitatori

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